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SS. Giovanni e Paolo
L'etimo di San Giovanni e Paolo deve la sua origine quasi certamente a una cappella, sotto l'invocazione dei Santi Martiri, eretta nel luogo, intorno alla quale sorse pian piano il casale.
Era probabilmente un luogo disabitato fino al basso medioevo come dimostrato da un atto notarile del 1284 in cui si legge "in loco ubi dicitur ad Sancte Johannes et Paulus". Non si parla infatti di "casale" ma di "loco".
Un quadro abbastanza chiaro della situazione nel XVI secolo si ricava dalla Visita ad Limina del vescovo Ottavio Mirto del 1590. Il villaggio era semi distrutto, vi erano dieci fuochi e quaranta anime. Causa della povertà era la sterilità della terra e molti cercavano di evadere il pagamento delle decime prediali, che per antica consuetudine erano dovute solo da coloro che lavoravano il campo con i buoi.
L'abitato si è sviluppato intorno a due luoghi di culto. Ha infatti la forma di due circonferenze che hanno come centro, l'una la chiesa parrocchiale e l'altra la cappella dell'Immacolata Concezione.
Agli inizi del XIX secolo il casale veniva così descritto: "giace a sud est di Cajazzo in distanza poco più di un miglio. Sta edificato su di un ameno colle; e la di lui figura è di un asse di ruota d'ammolare ferri. Forma oggi Comune a parte, e contiene 594 anime".

Il nucleo più antico è quello circostante la chiesa parrocchiale come appare dalla presenza di abitazioni antiche come quella nelle vicinanze della chiesa stessa che ha sul portone uno stemma appartenente ad una delle famiglie del ceto civile caiatino. Il nucleo intorno alla Cappella dell'Immacolata Concezione si è sviluppato nel corso dell'800. Sul portale di una casa nelle immediate vicinanze è riportata infatti la data 1832 riferita alla costruzione della stessa.
Nel territorio di San Giovanni e Paolo è posto l'abitato sannita di Monte Alifano, di forma quasi trapezoidale, costituito da blocchi megalitici che includevano un insediamento ampio circa 3 ettari. La Conta Haller, nel suo studio sui recinti fortificati, afferma che l'area era intensamente abitata già dall'epoca antica e che la cinta di Monte Alifano era "l'oppidum" di un'ampia zona, di un "pagus" o di un "vicus", di cui non è possibile conoscere la consistenza se non con di saggi di scavo.
In età imperiale nei pressi dell'attuale nucleo abitato fu realizzato un cisterna romana, in struttura reticolata, detto il "formale" composta da due cameroni, uno è diviso in tre mediante archi e l'altro in due, ampia circa 23 metri x 4, nel quale veniva convogliata l'acqua di una sorgente che, attraverso canali di piombo, alimentava la cisterna sita sotto il foro dell'antica città di Caiazzo.
Insediamento Sannita di Monte Alifano

Chiesa dei SS. Giovanni e Paolo
Successivamente la ritroviamo nelle Rationes Decimarum Italiae - Campania, volume che raccoglie le decime dovute alla camera apostolica per l’imposta straordinaria sulle rendite ecclesiastiche raccolte dai collettori diocesani, ove leggiamo che nel 1326 la Chiesa di S.Iohannis ad Paulum versava 5 grana di decima. Nel sec. XVI e nel 1567 la chiese delle località di Pantaniello e Bucciano furono unite alla chiesa di SS. Giovanni e Paolo che divenne parrocchia.
La frammentarietà della documentazione non permette di ricostruire la storia del manufatto fino al 1618. Infatti una epigrafe murata sul muro frontale, a destra dell'ingresso, ricorda lavori risalenti al 1618 che, probabilmente ristrutturando l’antica fabbricato medioevale, trasformarono la chiesa nelle forme attuali. Nella sagrestia tracce dell'antica sistemazione si vedono nei superstiti cardini degli infissi.
Nel corso dell’800 la confraternita ebbe poi un proprio oratorio attiguo alla chiesa con altare ligneo. Una lapide murata nella controfacciata ricorda i lavori promossi nell'immediato dopoguerra dal parroco Raffaele Gagliardi realizzati dal Genio Civile di Caserta, consistenti in opere di riordino e adeguamento delle finiture, conclusi nel 1953.
Nella chiesa vi sono tre altari di fabbrica: l’Altare Maggiore è intitolato al SS. Sacramento, a destra entrando v’è altare dedicato alla Madonna Addolorata a cui si contrappone, a sinistra, l’altare dedicato alle Anime del Purgatorio.
La chiesa evidenzia una forma cinque-seicentesca attestata dalle murature "a cantieri", di tufo grigio, osservabili all'esterno sui fianchi destro e sinistro. In corrispondenza del lato sinistro si osserva, al livello terraneo, un'ampia apertura arcata, ora murata, probabilmente ascrivibile ad uno spazio di sepoltura.
La cupola, protetta da un manto rustico di coppi e canali, è impostata su murature in tufo grigio di età moderna mentre il campanile, ripartito da cornici in tufo grigio, mostra caratteri propri delle costruzioni della prima età moderna. Gli ambienti retrostanti, la casa canonica e i relativi esterni sono stati profondamente ristrutturati dopo il sisma del 1980, perdendo le connotazioni tradizionali.