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TRADIZIONI RELIGIOSE
Ancora oggi è tradizione accendere le candele benedette il 2 febbraio giorno della festa della "a cannelore" quando c'è un temporale o per la morte di un ammalato grave.
Il 3 febbraio, giorno della Festa di S. Biagio, si possono gustare i "viscuotte de' S. Biase" e in chiesa la gola dei fedeli è unta con olio santo.
E' tradizione per il giorno di S. Giuseppe accendere grandi falò per rendere propizio il raccolto.
La "rummeneca de' Palme" v'è una processione che dalla chiesa di S. Apollonia si reca alla cattedrale per benedire i ramoscelli d'olivo. Queste "palme", oltre ad essere scambiate come augurio, sono usate dai capifamiglia per benedire con l'acqua santa la famiglia il giorno di Pasqua e sono poste dai contadini sui loro terreni come buono augurio.
Il giovedì santo è tradizione vistare i "sepolcri", suggestivamente ornati di germogli di grano, per ricordare l'Ultima Cena la sera in chiesa. La processione serale del Venerdì Santo è caratterizzata da un profonda partecipazione dei fedeli. Le statue del Cristo morto, seguito dagli uomini e quella dell'Addolorata, seguita dalle donne, attraversano le strade della Città accompagnate da canti e preghiere.
Il giorno del Corpus Domini tutte le strade sono coperte da tappeti multicolori di fiori.
La Pentecoste è chiamata "Pasqua rusata", perché nel mese delle rose gli innamorati la notte della vigilia della festa spargevano petali di rosa davanti la casa della donna amata e vegliavano per evitare che per dispetto qualche rivale la cospargesse di biada.
Il 26 luglio si tiene la processione di S. Anna e prima di rientrare nella Cattedrale, vengono suonate le campane a distesa per ringraziare lo scampato pericolo, avvenuto secondo i fedeli per intercessione della Santa, del terremoto del 1805 che non provocò danni alla Città.
Un'altra grande festainfine è il 29 ottobre in onore di S. Stefano, vescovo e Santo Protettore di Caiazzo.
NASCITA - MATRIMONIO - MORTE
Nel passato il fidanzamento era spesso combinato dai rispettivi genitori dei giovani e si ricorreva all'intervento di una mediatrice.
Importante come dote della sposa era " 'u currete", decine di capi di biancheria, lenzuola, coperte che erano trascritti nell'elenco che si redigeva e che poi insieme ai regali il giovedì precedente le nozze era trasportato con un carro a casa dello sposo.
Quando nasceva un bambino, come si usa ancora oggi, venivano portati pasta, polli, dolci e liquori alla puerpera.
Persiste l'usanza del " 'u cuonzele". Ai parenti del defunto vengono portati pranzo e cena e nei giorni seguenti ricevono le visite delle persone che portano caffè, zucchero, pasta ed altri alimenti.
ANTICHE CREDENZE E LEGGENDE
" 'u maluocchio" che si pensava portasse mal di testa e un senso di malessere generale, era "diagnosticato" mediante un piatto con dell'acqua posto vicino alla testa del "paziente" recitando delle formule. Poi nell'acqua si versava olio per vedere la presenza e la natura del "maluocchio", infine si gettava il contenuto nel fuoco, oppure in un posto dove si era sicuri di non ripassare.
Erano considerati presagi di sventura: mettere il cappello o le scarpe sul letto, fare cadere l'olio, l'urlo della civetta, aprire l'ombrello in casa, essere tredici a tavola.
Inoltre v'era la convinzione che la donna incinta dovesse assaggiare tutto in modo che il figlio non nascesse con le "voglie".
Nel passato si credeva nell'esistenza delle streghe che erano chiamate "janare". Erano donne nate la notte di Natale. Si credeva che si cospargessero il corpo con un unguento magico per diventare invisibili e si radunassero sotto un grande albero di noce a Benevento. Facevano del male in particolare ai bambini, ma non disdegnavano gli adulti e persino gli animali.
LE FIERE
A Caiazzo nel passato vi erano tre importanti fiere: " 'a Matalena" (22 luglio) ancora oggi esistente; " 'a Santella" (14-15 agosto); "Santu Stefano" (29 ottobre).
Erano eventi importanti caratterizzati da una grande affluenza di persone che provenivano da tutti i paesi dei dintorni. Si svolgevano sulla collinetta "S. Giovanni" o Foro Boario che si riempiva di animali da vendere e del vociare di accanite contrattazioni per i capi di bestiame da acquistare o vendere.
" 'u sanzane"(mediatore) era il personaggio che mediava tra acquirente e venditore sino a quando non si giungeva a un prezzo che metteva d'accordo le due parti. Per stabilire l'accordo l'anticipo " 'a caparre ", stretto tra le mani dei due, era fatto muovere come in uno scampanio dal " 'u sanzane" che diceva: "Une, dduje tre e reste fatte". Se il venditore accettava l'anticipo, l'affare era concluso.
In Piazza Porta Vetere e sui marciapiedi c'erano numerose "bancarelle" che vendevano quello che poteva essere utile nella vita quotidiana. Le fiere erano animate da cantastorie, qualche "veggente" e dai "venditori di fortuna". Quest'ultimi spesso avevano una gabbietta con un pappagallo e accompagnandosi con la musica di un pianino predicevano il futuro, consigliavano numeri da giocare. Inoltre, " 'u pazziarielle", che vendeva particolari "trombette" spesso rallegrate dall'immagine di Pulcinella o da altri pupazzi di stoffa, divertiva adulti e piccini.